Santuario Madonna del Tindari – Patti

Il Santuario della Madonna di Tindari sorge a strapiombo sul mare, all’estremità orientale di un promontorio, su un sito dove il fascino del passato e del presente si uniscono in un percorso unico. Si trova edificato nel luogo in cui un tempo sorgeva l’acropoli di una delle colonie greche di Sicilia, fondata da Dionigi il Vecchio nel 396 a.C.. Sui resti dell’antica colonia, conosciuta col nome di Tyndaris, è documentata da secoli l’esistenza di una piccola chiesa. Nel 1573 lo storico Fazello nel libro “Le due Deche dell’Historia di Sicilia” di Tindari scrisse: «Nel più alto luogo della città, dove anticamente era la Rocca, è solamente una chiesa chiamata Santa Maria da Tindàro, allungando la sillaba di mezzo, a cui è restato il nome della città rovinata, è di gran divozione ogni anno a gli otto di settembre, gli si fa una bella con gran concorso de’ popoli di Sicilia».

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Santuario di Tindari: la leggenda

Un alone di mistero aleggia attorno alla Madonna nera e al santuario di Tindari. La leggenda narra di una bambina caduta dalle braccia di una donna che sembra sia giunta sin quassù da un paese lontano a ringraziare la Madonna per la guarigione della figlia. La donna in preda alla disperazione pregò la Vergine perché la salvasse e la bimba fu ritrovata illesa sulla riva di un laghetto sottostante.
All’interno dell’edificio di culto si venera la statua di legno di cedro raffigurante la Vergine bizantina col Bambino risalente al IX secolo che, secondo la tradizione, fu abbandonata nella baia di Tindari, presso i laghetti di Marinello, da una nave proveniente dall’Oriente, per sottrarla alle persecuzioni iconoclaste. Si racconta che una tempesta improvvisa costrinse i marinai a trovare rifugio nella spiaggia, ma l’imbarcazione rimase incagliata sulla sabbia. L’equipaggio decise così di alleggerirne il carico. Solo quando fu scaricata la cassa contenente il simulacro della Vergine, la nave poté riprendere il suo viaggio. La statua fu quindi portata nella piccola chiesa sul colle soprastante, che in seguito venne ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla notorietà del miracolo del simulacro.

Il Santuario di Tindari in Sicilia: storia e architettura

Il santuario di Tindari in Sicilia rappresenta uno dei più importanti luoghi di culto mariano, tra i più conosciuti e visitati di tutta l’isola. Il nuovo edificio è di epoca moderna. Fu realizzato a partire dal 1957 inglobando la fabbrica dell’antico santuario e completato con la realizzazione dell’Istituto delle Suore Speranzine, la Casa del Pellegrino, Casa di Accoglienza e dei Convegni e la Segreteria del Santuario.
Il Santuario della Madonna di Tindari presenta una pianta a sviluppo basilicale a tre navate, suddivise da colonne ottagonali con basi di marmo bianco, con transetto quadrato e abside semicircolare. L’interno è decorato con marmi, ceramiche e mosaici.
Si accede nella basilica da tre porte in bronzo. Quella centrale è fiancheggiata dalle statue dei santi Pietro e Paolo collocate in sue nicchie. Si viene accolti in un atrio con luminose vetrate istoriate, al di sopra delle quali si trova un grande organo a canne. Sulla volta della navata centrale spicca “Il Trionfo della Madonna”, una maestosa tela del pittore Fausto Conti. Dello stesso autore è anche l’affresco della cupola.
Le navate laterali sono decorate con mosaici dove sono rappresentati i misteri del Rosario. Altri mosaici con i momenti più salienti della storia del santuario si trovano nell’abside. Al centro del transetto vi è un grande altare dove una scultura in marmo bianco raffigura l’Ultima Cena. Alle sue spalle, quattro maestosi angeli di bronzo, con le mani protese, sorreggono il trono artistico col simulacro della Madonna di Tindari rappresentata con in grembo il Figlio divino, e la mano destra sollevata, benedicente.
Il grande prospetto a capanna del santuario di Tindari, è inserito fra campanili e si innalza sulla piazza dalla quale si gode il panorama sulla baia di Tindari, con una magnifica vista che spazia sul golfo di Patti. Sul fianco settentrionale vi è un gran loggiato, dal quale si possono ammirare i laghetti di Marinello, sotto il quale si trova la Penitenzieria del Santuario collegata alla cripta.
Nella parte posteriore all’edificio di culto, si può far visita all’antico santuario, riedificato nel 1598 sui resti di un tempio cristiano distrutto nel 1544 da Rais Dragut, famigerato pirata algerino, durante le scorrerie dei pirati turchi.

Come arrivare al santuario di Tindari

Il Santuario di Tindari si raggiunge in auto dalla S.S. 113 che da Patti conduce ad Oliveri, seguendo le indicazioni. Arrivare al santuario di Tindari col treno è piuttosto pratico. Basterà scendere alla stazione di Patti dove i pullman locali effettuano diverse corse per il centro abitato. Da Piazza Marconi a Patti per tutta la giornata partono i pullman diretti a Tindari.

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