Santuario di San Giacomo – Capizzi

Il Santuario di San Giacomo di Capizzi ha origini antiche, essendo stato fondato nel periodo normanno, e rappresenta il sito iacobeo più antico della Sicilia. Le prime notizie storiche che lo riguardano risalgono infatti ad una bolla papale del 1227, epoca in cui la chiesa di San Giacomo faceva parte dei possedimenti della Chiesa di Betlemme con il nome di San Giacomo di Bethléem, confermato nel secolo successivo  sotto il nome Sanctus Jacobus de Belem. E’ attestata la presenza di una chiesetta la cui esistenza probabilmente è dovuta ai legami stabiliti dal marchese Aleramici con la Terra Santa che in seguito venne ampliata dagli Aragonesi, grazie ai quali il culto jacobeo nel territorio ebbe un notevole incremento.

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Il Santuario di San Giacomo di Capizzi

Nel Quattrocento all’interno dell’antico santuario si trovavano custodite alcune reliquie, tra cui la giuntura di un dito di San Giacomo Apostolo donate dal cavaliere aragonese Sancio De Heredia che nel marzo del 1435 vennero trasferite nella cattedrale di Messina per ordine di Alfonso il Magnanimo, e a Capizzi furono lasciati dei piccoli frammenti.
«Sancio De Heredia, Regius Provisor Castrorum Regij Demaij, alla presenza dei giurati della Città, in esecuzione di incarico avuto dal re Alfonso con rescritto dato in Catania il 12 Ottobre 1432, dona all’Arcivescovo Bartolomeo De Gattulis e al Capitolo della Cattedrale di Messina, che accettano, alcune Reliquie di S. Giacomo e di altri Santi, al momento in suo possesso nella Terra di Capizzi. Da parte loro, l’Arcivescovo, il Capitolo e i Giurati si impegnano a celebrare ogni anno, per la Festa di San Giacomo, o in altra data che sarà fissata dal Sommo Pontefice, una processione Solenne con la partecipazione delle Autorità religiose, degli stessi Giurati e di tutto il popolo». (Notaio: Giovanni De Marco. Giudici: Sebastiano De Maiore, Antonio De Abrognali, Onofrio De Pitella).
La Chiesa di San Giacomo di Capizzi fu proclamato “Santuario Diocesano” il 27 Settembre 1999 dal vescovo di Patti, in occasione dell’anno Santo Jacobeo.

Il Santuario di Capizzi

Il Santuario di San Giacomo di Capizzi prospetta sulla Piazza Umberto I con la sua elegante facciata scandita da due ordini di colonne che sorreggono una trabeazione. Si caratterizza per la presenza, nella parte superiore, della statua  di San Giacomo Apostolo Maggiore, opera realizzata nel 1883 da Antonio Mascali Schiacchitano, e dalla raffigurazione di Gesù Cristo sopra il portale d’ingresso. Il prospetto principale del Santuario di San Giacomo Apostolo è arricchito da un’artistica vetrata dove è raffigurato il santo titolare con il bastone da pellegrino e le conchiglie.
Il Santuario di Capizzi si sviluppa su tre navate, suddivise tra di loro da pilastri, un tempo abbelliti con stucchi dorati. Sull’altare maggiore, all’interno di un fercolo in oro massiccio, risalta la statua di San Giacomo Apostolo. La volta centrale presenta stucchi e pregiati affreschi, come anche la cupola centrale, dove sono raffigurati i quattro Evangelisti e la Trasfigurazione del Signore. I dipinti della navata centrale sono stati realizzati dal pittore palermitano Giuseppe Crestadoro e rappresentano scene relative alla vita di San Giacomo, tra cui quella in cui guarisce uno storpio. Nella volta della navata centrale è ritratto anche il martirio di San Giacomo per opera del  re Erode Agrippa I ed è presente lo stemma degli Aragonesi.
Le navate laterali del santuario di Capizzi sono impreziosite da altari in marmo policromo dedicati ai Santi, da un organo con decorazioni dorate e da pregevoli dipinti, tra cui la settecentesca  tela raffigurante San Michele Arcangelo del pittore Stefano Berna e il quadro di Maria Santissima Annunziata di Vincenzo Manno. L’altare della Madonna del Soccorso è in marmo bianco ed accoglie  un bel simulacro della Vergine realizzato nel 1517 da Antonello Gagini. Il Santuario di Capizzi custodisce la giuntura di un dito di San Giacomo, che costituisce la Reliquia più antica della Sicilia.

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