Castello della Zisa – Palermo

Una delle più preziose testimonianze del patrimonio architettonico ereditato dalle civiltà arabo e normanna che si sono avvicendate in Sicilia tra il IX e il XII secolo, è di sicuro il Castello della Zisa di Palermo che più di ogni altro monumento rappresenta la sintesi tra le due culture. Nel tempo il palazzo ha subìto danneggiamenti e rimaneggiamenti, vi furono apportate vistose modifiche, fu pure baglio di un centro agricolo prima e residenza signorile dei Sandoval e dei Notarbartolo dopo. Bisognerà attendere il restauro effettuato negli anni Ottanta per vederlo concesso in tutto il suo splendore alla cittadinanza palermitana.

Castello della Zisa di Palermo

Il castello della Zisa sorge nel quartiere omonimo, in una zona un po’ periferica del capoluogo siciliano, distante dai monumenti storico-architettonici più noti. Fu edificato fuori delle antiche mura della città e più precisamente all’interno del grande parco reale normanno che si estendeva sin sotto i colli, luogo ideale per la caccia e per la villeggiatura dei sovrani, tant’è che veniva denominato Genoard (dall’arabo Jannat al-ard “paradiso della terra”). Del grande parco, cantato dal viaggiatore arabo spagnolo Ibn Gubayr, nel 1184, facevano parte anche altri palazzi, tutti circondati da veri e propri eden, con grandi vasche utilizzate come peschiere.

Una suggestiva descrizione del castello della Zisa fu fornita dallo storico Vito Maria Amico che nel Settecento nel suo Lexicon topographicum Siculum ne parla così: «[…] è stupenda opera dei saraceni, ammirabile per la mole degli edifìcii e per l’ ampiezza. Ci hanno all’ intorno orti amenissimi ed irrigui giardini, vigne, oliteti, e prati adalli principalmente alla cultura delle biade. Vi esisteva un tempo una piscina, ossia uno slagno, di cui dice l’arabo Beniamino Tudolense: “è ornato lo stagno di regie navicelle, fregiate di argento e di oro, nelle quali il re colle sue mogli viene sovente a ricrearsi l’animo, begli orti regii è un gran palazzo, le di cui pareti splendono intonacate di oro e di argento; il pavimento dipinto a musaico con variati marmi rappresenta le immagini di tutte le regioni del mondo”. Descrive esattamente il castello (cosi appellano il palazzo, che sorge quadralo a mo’ di fortezza) Leandro Alberti cap. 47 parlando della Sicilia, e non si oppone col Fazello a credere, che sia stalo un luogo di delizie dei re saraceni».

La residenza venne realizzata nel 1165 dal re normanno Guglielmo I il Malo, che si servì di maestranze arabe, per poi essere definitivamente completata dal figlio Guglielmo II il Buono, e gli fu data l’appellativo di al-Azîz, che in arabo significa “splendido”, “glorioso” e che in seguito mutò in “Zisa”.
Nel palazzo della Zisa i reali risiedevano soprattutto durante la stagione calda, e la loro permanenza era resa confortevole dalla presenza di un sistema di circolazione dell’aria costituita anche da alcune canne di ventilazione collocate nelle torrette laterali, che rendeva tutti gli ambienti confortevoli ed in grado di ospitarli soprattutto nelle giornate di scirocco. Il palazzo rappresenta la sintesi tra la cultura araba e quella normanna. I Normanni furono attratti dalla cultura araba e fecero realizzare questa residenza anche per la propria vita di corte, fatta di feste ricche e sfarzose che vollero si svolgessero proprio come a quelle degli emiri.

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La Zisa di Palermo: architettura

All’esterno il palazzo si presenta austero con la sua forma parallelepipeda e con i due avancorpi sui lati brevi, in uno dei quali è posto l’accesso. Il prospetto è caratterizzato in alto da una merlatura oltre che da tre ordini di arcate cieche che dal basso verso l’alto vanno arricchendosi di modanature. Nel grande edificio, che si sviluppa su tre piani e su pianta rigorosamente geometrica, trovano posto numerose stanze distribuite in modo simmetrico rispetto alla parte centrale, ed un tempo vi si distinguevano le zone pubbliche, costituite dal vestibolo e dalla grande sala della fontana, da quelle private.
Il monumento in sé è magnifico e merita di essere visto in tutta la sua bellezza, con le sue nicchie ricavate nei muri possenti, le esedre, le caratteristiche muqarnas (alveoli) islamiche che ricordano gli alveari delle api, oppure i mosaici bizantini con le tessere in oro raffiguranti scene di caccia che fanno bella mostra di sé sopra la fontana della sala cruciforme (iwan).

Della Zisa la sala della fontana è quella più bella, sormontata com’è da una volta a crociera ogivale. Si trova al pian terreno ed è qui che il sovrano era solito ricevere la corte. Sulla volta dell’arco d’ingresso di questa sala si trova l’affresco raffigurante, secondo la leggenda, strani diavoletti, custodi di un immenso tesoro nascosto che, una volta trovato, farà la felicità di tutta l’isola. Sono questi i famosi diavoli della Zisa che nessuno finora, è riuscito a contare, perchè la conta ogni volta dà un numero diverso.
Singolari anche le aperture delle stanze degli appartamenti riservate alle donne, dalle quali costoro sbirciavano i ricevimenti che si svolgevano nella Sala della Fontana. A queste si aggiungono le monofore che si affacciano sul giardino antistante e le volte dei soffitti, alcune delle quali recuperate e realizzate in cemento e mattoni in cotto che si contrappongono a quelle originarie in pietra arenaria.

Lo stesso Vito Amico ci riferisce di come qualche secolo prima Tommaso Fazello ne “Le due deche dell’historia di Sicilia” raffigurò il giardino della Zisa: «[…] È tale poi la magnificenza della mole, che ne dice il Fazello: Ci ha un altro orto regio, cui si dà ancora il nome arabo di Zisa, piantato ad alberi domestici, copioso in frulli, ed irriguo da incessanti polle di acqua. Vi è parimenti un regio edifìzio di pietre riquadre, adorno di marmi bianchi, di porfidi, e di musaici; è opera dei saraceni, da quanto può giudicarsi dalla costruzione, addetto ai sollazzi voluttuosi dei loro re; agli altri edifìcii di simil genere nell’Italia comparabile».
Dell’antico Genoard rimane testimonianza nello splendido giardino su cui oggi la Zisa si affaccia ed in cui sono stati realizzati tre percorsi: la “via dell’ombra”, con il suo grande pergolato metallico ricoperta da piante rampicanti, la “via dell’acqua” dove, in prosecuzione del canale che parte dalla fontana all’interno di esso, sorge una grande vasca d’acqua e la “via del verde” nella quale sono coltivate piante ed arbusti tipici della macchia mediterranea.

Zisa Orari

La Zisa di Palermo ospita il Museo d’arte islamica che espone oggetti di epoca araba e normanna, provenienti dai Paesi del bacino del Mediterraneo, ed stata inserita, assieme ad altri monumenti facenti parte dell’“Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale”, nell’elenco dei siti Unesco che sono considerati patrimonio mondiale dell’umanità.
Il castello della Zisa è visitabile tutti i giorni, compresi i festivi. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Di seguito la mappa, il costo dei biglietti e gli orari.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: XII secolo
  • Ubicazione: Piazza Zisa
  • Proprietà: Regione Siciliana
  • Condizioni: Buone
  • Informazioni:  (+39) 091 7489995
  • Visite: Dal lun. al sab. ore 9,00/19,00. Domenica e festivi ore 9,00/13,30
  • Costo biglietto: 3 € intero; 1,50 € ridotto (ragazzi 18-25 anni e insegnanti stranieri in possesso di documentazione certificata)
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