Dominando il paesaggio con i suoi 515 metri di altitudine, Monte Catalfaro di Mineo è uno dei rilievi più iconici della Sicilia orientale. Lambito dall’omonimo torrente, questo luogo affascinante custodisce le tracce di una frequentazione umana millenaria, che abbraccia la preistoria, l’epoca siculo-greca, il periodo classico e il medioevo. Il toponimo stesso, Qal’at al-Far – la rocca del topo, in arabo – allude alla forma dell’altura e all’importanza strategica che questo sito ha avuto in epoca islamica. Tra le due cime collegate da una sella naturale si sviluppava un esteso insediamento, di cui oggi rimangono preziosi resti archeologici. Gli studi più recenti ipotizzano che l’area possa identificarsi con l’antica città di Noai o Nomai, citata dagli storici greci come teatro della sconfitta del condottiero siculo Ducezio nel 450 a.C.. Altri studiosi vi hanno intravisto le tracce della misteriosa Eryke o della leggendaria Trinakia, a conferma della rilevanza storica e culturale del sito.
Castello di Catalfaro o Rocca del Topo di Mineo
Il cuore medievale di Monte Catalfaro è rappresentato dai ruderi del Castello di Catalfaro, conosciuto anche come Rocca del Topo. Questo fortilizio, probabilmente sorto in epoca normanno-sveva, fu eretto su preesistenti strutture di origine araba. La posizione dominante e isolata del castello lo rese in passato un baluardo difensivo quasi inespugnabile. Gli scavi archeologici condotti negli ultimi anni hanno portato alla luce muri di grande spessore – larghi fino a 6 metri e lunghi oltre 24 – suddivisi in due ambienti interni, probabilmente parte di un impianto ben più esteso. Il castello, in origine, comprendeva anche una cisterna e un mastio rettangolare, elemento tipico delle fortezze medievali. L’abbandono del sito avvenne probabilmente nel tardo XIII secolo, in concomitanza con le guerre del Vespro e con lo spopolamento della gloriosa città di Caltaelfar, che nel XII secolo era ancora uno dei più importanti centri della diocesi di Siracusa. Oggi, tra le rovine invase dalla vegetazione e le antiche masserie abbandonate, si respira il fascino intatto di un luogo sospeso nel tempo.
Architettura e paesaggio: un viaggio tra le rovine del passato
Il Castello di Catalfaro si inserisce armoniosamente in un contesto naturale di grande suggestione. Il sito si estende su una doppia altura, collegata da un crinale che anticamente ospitava l’acropoli e l’area abitativa del villaggio. L’impianto urbanistico, riconoscibile nei terrazzamenti e nei percorsi scavati nella roccia, testimonia una pianificazione insediativa di lunga durata. La fortezza sfruttava la conformazione naturale del monte per proteggersi e controllare l’ampio territorio circostante, costituendo un punto d’osservazione privilegiato su tutta l’area del Calatino. Ancora oggi, un sentiero nascosto tra la vegetazione consente di raggiungere i ruderi, regalando ai visitatori un’esperienza immersiva tra natura, archeologia e mito. Le vestigia del Castello Catalfaro di Mineo ci parlano di un passato glorioso e misterioso, e continuano ad affascinare chiunque vi si avventuri, offrendo uno straordinario spaccato della storia medievale e preclassica della Sicilia interna.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XI secolo
- Ubicazione: Monte Catalfaro
- Condizioni: Pochi ruderi