Castello di Mongialino – Mineo

Il Castello di Mongialino, noto anche come Castello di Monte Alfone, sorge in contrada Montalfone, nel territorio di Mineo, nei pressi del fiume Pietrarossa, al confine con la provincia di Enna. Immerso in un paesaggio collinare suggestivo e strategicamente posizionato, il castello controllava insieme al vicino castelluccio di Serravalle l’accesso meridionale alla Piana di Catania, inserendosi così nel complesso sistema difensivo dell’area calatina. Oggi ridotto a rudere, il sito continua a colpire l’immaginazione di studiosi e appassionati di storia per la sua architettura unica e per il ruolo centrale che ricoprì nei secoli medievali. Nonostante le difficoltà di accesso e lo stato di conservazione parziale, il Castello di Mongialino resta una delle testimonianze più affascinanti dell’architettura militare medievale siciliana.

Una storia tra feudatari normanni e domini regi

Le origini del Castello di Mongialino risalgono al basso medioevo, in particolare alla tarda età normanna. Inizialmente appartenuto alla famiglia Paternò, tra il 1150 e il 1180, fu dominio di Costantino II Paternò, conte di Buccheri, Butera e Martana. Successivamente passò ai de Luci, con Bartolomeo de Luci e, nel 1199, alla figlia Margherita. Nel 1200 fu affidato a Manfredi di Mazzarino, mentre nel 1287 divenne dominio regio. Tra i suoi più illustri signori si annoverano Blasco Lancia nel 1320 e Manfredi III Chiaramonte nel 1355, esponenti di alcune delle casate più influenti della Sicilia medievale. Ogni passaggio segnava un cambiamento politico o militare, segno del valore strategico di questa roccaforte. Il castello è così parte integrante della storia di Mineo e dell’intera regione, come simbolo di potere, difesa e controllo territoriale. Del Castello di “Mongelino” così scrive Vito Maria Amico nel suo Lexicon topographicum Siculum: «[…] Antica fortezza costituita nel Monte Grifone tra Mineo, Aidone e Caltagirone, celebre da gran tempo, ed oggi deserta certamente, molto degna però di attenzione per le fabbriche quasi intere, poiché sollevandosi in forma rotonda di gran circuito forma quattro piani, l’ultimo dei quali era coperto di lamine di piombo. La porta con ponte levatoio apriva adito nell’atrio interno, ed occorrevano immantinente spaziose stalle, conserve di vino e di annona, non che amplissime cisterne; magnifiche scale adducevano ai piani superiori […]. Dicono Fazello ed altri essere stala Mongelino l’antica città Magella […]». Su quest’ultima scrive: «Antichissima città di cui è menzione appo Livio nel lib.26. In loro prò , cioè dei Cartaginesi, si ribellarono le terre morgantine, e ne seguirono la ribellione Ibla e Magella, ed alcune altre più ignobili. Sembra a Fazello esser quel castello, che tra le città di Mineo e di Caltagirone dicesi or volgarmente Mongelino dai Siciliani, dice Cluverio, che dal sito di Ibla e di Morganzia , alle quali si uni nella ribellione dai Romani, stabilisce altrove Magella, a Rosmanno cioè tra Castrogiovanni ed Aidone […]».

Unico nel suo genere: architettura del Castello di Mongialino

Il Castello di Mongialino si distingue per la sua particolare struttura, in cui spicca un raro donjon toroidale (a forma di anello), caso unico nell’architettura fortificata medievale siciliana. Originariamente alto quattro piani, oggi ne restano solo la prima elevazione e alcuni ruderi del secondo livello. Secondo l’abate Vito Amico, la torre aveva quattro piani interni collegati da solai lignei poggiati su grandi cornici murarie ancora visibili. Al centro del mastio si apre una cisterna cilindrica, progettata per raccogliere l’acqua piovana dalla copertura. Un’altra cisterna si trova nel cortile esterno, circondato da una cinta muraria merlata di forma irregolarmente poligonale. La struttura conserva inoltre saettiere strombate (feritoie inclinate), disposte lungo il perimetro anulare. Purtroppo, oggi sono scomparse la porta d’ingresso e il ponte levatoio, ma la complessità e l’unicità dell’impianto rendono il Castello di Mongialino un autentico gioiello dimenticato della Sicilia medievale, da valorizzare e riscoprire.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: XII secolo
  • Ubicazione: C.da Montalfone
  • Proprietà: Pubblica
  • Condizioni: Ruderi
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