Situato nel centro abitato di Spadafora, il castello è un’imponente testimonianza storica e architettonica che racconta secoli di vita feudale, leggende e trasformazioni. Tra torri di avvistamento, restauri e antiche famiglie nobiliari, questa fortificazione rappresenta ancora oggi il simbolo identitario del paese e uno dei suoi principali patrimoni culturali.
Il Castello di Spadafora: origini e storia
Nel cuore della città di Spadafora si erge il castello, la cui struttura risale alla seconda metà del Quattrocento. In origine, secondo alcune fonti, non era altro che una semplice torre di avvistamento, avamposto del castello di Venetico situato in collina, dimora del feudatario locale. Conosciuto anche come Castello Samonà, in ricordo degli ultimi proprietari, esso era legato da un passaggio segreto proprio al castello di Venetico, secondo la leggenda, per permettere il trasferimento sicuro di soldati e prigionieri. La famiglia Samonà, dopo il terremoto del 1908 che distrusse il castello di Venetico, trasferì a Spadafora tutto ciò che si era salvato dalle macerie, proteggendolo dai saccheggi e dalle intemperie.
La storia di Spadafora è strettamente legata alle vicende dei feudi di San Martino e di Venetico e alla potente famiglia Spadafora, che governò questi territori per secoli, fondando poi il paese omonimo nella seconda metà del Settecento. Ai tempi di Federico II d’Aragona, il feudo di San Martino comprendeva cinque piccoli villaggi: Sant’Anna, Grippani, Ricoli, Partiniti e Floccari. Apparteneva inizialmente a Francesco Romeo, un nobile messinese, e poi a suo figlio Raimondo. Quest’ultimo, però, aderì nel 1342 a una congiura contro la Corona e, per la sua fedeltà a Matteo Patizzi, fu condannato a morte e privato di tutti i beni. Il feudo di San Martino tornò così al patrimonio regio e venne venduto l’anno successivo, nel 1343, per 40 onze al giudice Francesco Spina. Dopo la morte di Spina, il feudo passò alla figlia Costanza, sposata con Rinaldo Lancia. Il loro figlio Francesco ereditò San Martino nel 1353 e, alla sua morte, il feudo passò a Rinaldo II Lancia, con l’obbligo di servizio militare alla Corona.
Nel frattempo, anche il vicino feudo di Venetico aveva cambiato proprietari. In origine apparteneva alla famiglia Aldoino, ma, estintasi senza eredi, fu incamerato dalla Corona e venduto da re Alfonso d’Aragona a Corrado Spadafora. Alla sua morte, Corrado lasciò il feudo di Venetico al figlio Federico Spadafora, che nel 1459 acquistò anche il feudo di San Martino da Rinaldo II Lancia per 266 onze. Con questo atto, i due feudi si unirono sotto la signoria della famiglia Spadafora, che li governò per circa quattro secoli, segnando profondamente la storia e lo sviluppo di tutto il territorio.
L’evoluzione architettonica: da torre a castello nobiliare
Costruito inizialmente intorno a una torre difensiva della famiglia Spadafora verso la fine del Quattrocento, ampliata probabilmente nel Cinquecento dall’architetto fiorentino Camillo Camilliani, su incarico del viceré Marcantonio Colonna, come parte di un progetto di fortificazioni costiere voluto da Carlo V. Il castello restaurato una prima volta nel Seicento, presenta quattro imponenti speroni angolari trapezoidali con merlature tipiche, in cui trovavano posto le bocche dell’artiglieria. Alle estremità degli speroni si ergono le casematte, a protezione delle guardie, mentre le feritoie sottostanti fungevano da saetterie in caso di attacchi. Dal Settecento, la fortificazione fu trasformata in elegante residenza nobiliare, come testimoniano gli stemmi sopra il portale che uniscono le insegne delle famiglie Spadafora, Branciforte, Moncada, Ruffo e Gatto.
Il castello oggi: restauri e patrimonio culturale
Alla fine dell’Ottocento, il castello fu abitato dalla famiglia Samonà, discendenti della principessa Alessandra Spadafora Colonna, rimanendo residenza fino agli anni Sessanta del Novecento. Successivamente, la struttura subì anni di abbandono fino ai restauri della Soprintendenza per i beni ambientali di Catania e poi di Messina, dopo l’acquisizione da parte della Regione Siciliana. Tuttavia, i restauri hanno alterato in parte l’aspetto originario, privandolo di quell’antico splendore che lo caratterizzava. Oggi, nonostante le trasformazioni, il Castello di Spadafora rappresenta il più importante patrimonio artistico-culturale del paese, simbolo della sua storia millenaria e testimone silenzioso delle vicende feudali e nobiliari che hanno segnato questo territorio siciliano.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XVII secolo
- Ubicazione: Via Umberto I
- Proprietà: Regione Siciliana
- Condizioni: Buone
- Informazioni: Tel. (39) 090 36894435