Castello di Sperlinga

Adagiato tra i Monti Nebrodi e le Madonie, si staglia imponente il Castello di Sperlinga, una straordinaria fortezza medievale che rappresenta un unicum nel panorama architettonico dell’isola. Scavato direttamente nella roccia arenaria e situato a 750 metri di altitudine, il castello domina con la sua mole l’intero paesaggio degli Erei ennesi e l’antico borgo rupestre sottostante, offrendo una vista mozzafiato e un tuffo nella storia millenaria del territorio.
Le sue origini risalgono all’epoca normanna, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, anche se il sito era già abitato da tempi remoti. Le numerose grotte ricavate nella roccia, infatti, testimoniano la presenza di popolazioni indigene sicule che le utilizzavano come sepolcri e abitazioni trogloditiche. Il toponimo “Sperlinga” trae origine dal termine greco spelaìon, che significa grotta, poi latinizzato in spelunca, a sottolineare l’essenza rupestre di questo luogo.

Il Castello di Sperlinga

Il castello di Sperlinga, con i suoi ambienti ipogei, le scalinate intagliate nella pietra, le prigioni, le stalle e le abitazioni scavate nel costone roccioso, è un vero e proprio viaggio nel tempo. Lo storico Vito Amico, nel suo Dizionario Topografico della Sicilia, descrivendo Sperlinga ne evidenzia il carattere suggestivo e misterioso di un luogo che ancora oggi incanta per il suo fascino antico e l’atmosfera sospesa tra mito e storia: « Sperlinga, fortezza e piccolo paese nell’interno, a 2 miglia e mezzo sopra Nicosia, verso maestro, celebre nel tempo del conte Ruggiero e memorabile sotto i francesi per non esserne sola insorto contro, donde quel motto: Quod Siculis placati, sola Sperlinga Negavit, del qual dubitano tuttavia gli eruditi che sia antico, sebbene veggasi scritto sulla porta d’ingresso del castello. E’ rivolto il paese alla parte australe, sovrapposta la fortezza alla viva roccia, di cui in gran parte meritano attenzione le interne officine tagliate nel sasso; stendonsi inoltre amplissime aule baronali e stanze da consesso, e vi è congiunta una chiesa intitolata a S. Luca Evangelista, la quale una volta, non ancora accresciuto il paese, era la primaria e parrocchiale, la qual prerogativa sinora non di meno esercita[…]».
Tra i castelli rupestri della Sicilia, il Castello di Sperlinga è senza dubbio uno dei più suggestivi e affascinanti, un monumento unico nel suo genere che fonde perfettamente la forza della natura con l’ingegno umano. Il castello fu sede di importanti famiglie nobiliari: i Ventimiglia fino al 1597, poi i Natoli, principi di Sperlinga fino al 1658, e infine i duchi Oneto, fino all’Unità d’Italia. È leggendaria la resistenza della guarnigione francese che nel 1282, durante i Vespri Siciliani, si asserragliò tra queste mura per oltre un anno, rifiutando di unirsi alla rivolta. Un’epigrafe cinquecentesca ricorda l’episodio con le parole: “Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit” (“Ciò che piacque ai Siciliani fu negato dalla sola Sperlinga”).

Castello di Sperlinga: Architettura

Questa fortezza rupestre è straordinaria per la sua struttura: in parte scavata direttamente nella roccia arenaria, probabilmente già prima dell’arrivo dei Siculi, e in parte costruita intorno all’anno Mille. All’interno si trovano numerose strutture ipogee che testimoniano la vita quotidiana di un tempo: stalle, officine, prigioni, magazzini e abitazioni si distribuiscono su più livelli, scolpiti nel masso stesso. Superato l’antico ponte levatoio, si entra in un labirinto di ambienti dove la roccia si fa architettura: la scuderia ospitava decine di cavalli, le officine lavoravano i metalli, le cisterne raccoglievano l’acqua piovana, e le celle custodivano prigionieri. Le ripide scale, scolpite direttamente nella roccia, conducono alla torre, da cui i merli si apre una vista vertiginosa: il paesaggio si distende ai piedi dell’osservatore come un quadro senza confini.
Nella parte ovest del castello, un lungo corridoio conduce alla grotta principale, cuore dell’intero complesso. Poco più avanti si apre un piccolo cortile, e svoltando a destra si accede a un ampio ambiente completamente scavato nella roccia arenaria. Da qui si entra nella cosiddetta Sala del Principe, che in passato costituiva probabilmente la residenza principale del feudatario titolare del castello. La sala oggi ospita pannelli che raccontano il passaggio dei grandi viaggiatori che visitarono il maniero. In un secondo ambiente attiguo sono esposte le copie degli stemmi delle famiglie che nel tempo detennero il possesso del castello. Tra le gemme del complesso c’è la chiesa-cappella, nata in epoca normanna, ma con tracce bizantine evidenti, come alcuni frammenti dell’arco dell’altare.  Nel 1597 la chiesa fu oggetto di un ampliamento che comportò lo spostamento dell’ingresso verso est e dell’altare verso ovest. Dopo un lungo periodo di abbandono, è stata ricostruita in epoca più recente. Le monofore in stile gotico catalano testimoniano poi i successivi rimaneggiamenti, specie dopo la guerra del Vespro. Dalla zona del castello che ospitava le stanze baronali si accede agli ingrottati, ambienti scavati nella roccia e utilizzati per secoli come magazzini. Un ambiente particolarmente enigmatico è la cosiddetta Grotta dell’Orologio, una stanza circolare con dodici nicchie disposte in modo da creare interspazi crescenti. Secondo alcune ipotesi, si trattava di un luogo di culto; per altri, invece, era un antico sistema per la misurazione del tempo, forse legato a riti solari. Un dettaglio che aggiunge mistero e fascino a un luogo già impregnato di storia e leggenda.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: XII secolo
  • Ubicazione: Largo Castello
  • Proprietà: Comune di Sperlinga
  • Condizioni: Buone
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