Castello Lanza Branciforte – Trabia

Le origini di Trabia sono legate indissolubilmente al Castello Lanza, la cui struttura conserva ancora la forma originaria quadrata (in arabo tarbiah), termine dal quale probabilmente deriva il nome del paese. Durante la dominazione araba, Trabia era un casale ricco di acqua e di mulini e in questo luogo sorgeva una torre di vedetta, attorno alla quale successivamente sorsero alcune abitazioni. A questa torre probabilmente si riferiva il geografo arabo Edrisi, che nel 1153 ne parlò nel suo libro sulla Sicilia, accennando ad una rocca chiamata “della Trabia”.

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Il Castello Lanza di Trabia

La costruzione oggi sorge appena fuori dal centro abitato di Trabia, tra gli scogli che si tuffano nel mare e le sue mura inglobano vari corpi edilizi con i prospetti merlati arricchiti da pregevoli elementi architettonici, la torre quadrata, il ficus magnoloides più alto ed antico di Sicilia, la torretta circolare e i resti di un ponte levatoio.
Nel XVI secolo la rocca divenne di proprietà del principe Blasco Lanza di Trabia, di dinastia normanno-sveva, che si occupò della sua ricostruzione e fortificazione, dopo che nel 1517, durante la rivolta contro Ugone Moncada, la fortezza venne data alle fiamme dai ribelli. In un manoscritto del principe Giuseppe Lanza si legge infatti che «[…] Blasco Lanza fortificò maggiormente il castello di Trabia di baluardi all’uso moderno con quantità maggiore di artiglieria e sopra la seconda porta, passata quella del primo ponte levaticcio, pose l’arme dei Lanza, scolpite in un marmo di sei palmi di altezza, fatto più anni prima da quel celebre Gagino palermitano, che rende più illustre il grandioso castello».
Successivamente il Castello di Trabia passò al figlio Cesare, tristemente noto per aver pugnalato la figlia, la baronessa Laura Lanza in La Grua, nel Castello di Carini. Costui ampliò la struttura e la trasformò in residenza nobiliare. A quei tempi il Castello dei Principi Lanza era controllato da un castellano e ospitava un portiere, tre guardiani, un soldato, un cappellano, un muratore e un falegname. I suoi eredi la utilizzarono anche per la lavorazione del tonno. Un secolo e mezzo dopo, infatti, il principe di Trabia, Pietro Lanza, trasformò l’edificio in uno stabilimento e all’industria del tonno aggiunse quella del panno, dei biscotti, dell’olio di «nozzolo» e della colla.

Il Castello di Trabia

Oggi il castello è legato al ricordo di Raimondo Lanza di Trabia che dalle sue incantevoli terrazze contemplava il golfo di Termini Imerese. Il principe dell’eccesso tra queste mura accolse tanti personaggi famosi, tra cui Aristotele Onassis e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore del Gattopardo. Don Raimondo si rifugiava spesso nel castello di Trabia, si occupò pure del suo restauro e sua figlia Raimonda sarà, dopo secoli di dominio, l’ultima discendente dei Lanza a trascorrervi le vacanze estive.

Riproduzione riservata

Informazioni aggiuntive

  • Epoca: Normanno
  • Ubicazione: Strada Statale 113
  • Proprietà: Privata
  • Condizioni: Ottime (restaurato)
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