Terme Arabe di Cefalà Diana

Le Terme Arabe di Cefalà Diana, conosciute anche come Bagni di Cefalà Diana, sono uno dei complessi monumentali più affascinanti e meglio conservati della Sicilia. Situate a circa due chilometri a nord-est del paese di Cefalà Diana, ai piedi del Monte Chiarastella, si trovano all’interno della Riserva naturale orientata Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella, istituita nel 1997 per proteggere l’area e le sue sorgenti d’acqua calda, che sgorgano tra i 35,8° e i 38°. Questo luogo, incastonato nella roccia, rappresenta un unicum nella storia dell’architettura siciliana, unendo la bellezza naturale alla funzione terapeutica delle sue acque.

La storia tra arabi e normanni

Le origini del complesso termale si collocano tra la fine della dominazione araba e l’età normanna. Alcuni resti inglobati nelle mura fanno pensare a un precedente utilizzo romano dell’area, mentre la tipologia dell’edificio richiama chiaramente la ḥamma islamica, il bagno termale tipico del mondo arabo, diffuso tra la seconda metà del X e l’inizio dell’XI secolo. Fu però sotto Ruggero II di Sicilia, intorno al 1140-1141, che il complesso venne ristrutturato in maniera significativa: lo testimonia una lunga epigrafe in caratteri cufici che correva lungo la facciata esterna, oggi in gran parte illeggibile. In questo intreccio di influenze arabe, normanne e forse romane, le terme di Cefalà Diana rivelano la stratificazione culturale della Sicilia medievale.

Architettura e spazi interni

All’esterno, l’edificio appare come un volume semplice e severo, di forma cubica, con una fascia in calcare che ne interrompe la monotonia e ospitava l’iscrizione cufica. L’interno, invece, sorprende per la sua raffinatezza: un grande ambiente voltato, suddiviso in due sale da un triplo arco a sesto acuto che poggia su colonne con capitelli corinzi. Tre finestre sopra gli archi diffondono la luce naturale, creando giochi di chiaroscuro sulle pareti. La sala principale conserva tre vasche parallele incassate nel pavimento, mentre la sala minore ospita un solo bacino. Le piscine erano alimentate da sorgenti calde e fredde che, miscelandosi, permettevano di regolare la temperatura dell’acqua. Ancora oggi, tra le linee di scarico e i resti delle strutture idrauliche, si percepisce la genialità di una costruzione che, pur nella sua essenzialità, seppe coniugare funzionalità e bellezza.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: seconda metà XII sec.
  • Ubicazione: S. P. 77
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