La Torre Carlo V di Porto Empedocle è uno dei monumenti simbolo della città, conosciuta anche come Vigata nei romanzi di Andrea Camilleri. La storia di Porto Empedocle è da sempre legata a quella di Agrigento, di cui in passato rappresentava il “Caricatore”, cioè il luogo deputato all’imbarco del grano destinato ai mercati mediterranei. Il borgo, abitato inizialmente da un piccolo gruppo di pescatori, fin dal XII secolo acquisì importanza grazie alla sua posizione strategica. Già sotto il regno di Ruggero II, nel 1130, il porto era attivo nei traffici commerciali, mentre nei secoli successivi diversi interventi ne migliorarono la funzionalità fino a renderlo, nel Quattrocento, uno degli approdi migliori della Sicilia. In questo contesto nacque l’esigenza di costruire una fortificazione che proteggesse sia il porto sia i preziosi carichi di cereali destinati all’esportazione. La Torre Carlo V, collocata all’inizio del molo realizzato nel 1763 da re Carlo III di Borbone, divenne così il baluardo difensivo di Porto Empedocle, garantendo sicurezza contro incursioni e scorrerie provenienti dal mare. Oggi la torre non è soltanto un punto di riferimento storico, ma anche una meta turistica che permette di scoprire il legame tra la città e il suo passato marinaro e commerciale.
La storia della Torre Carlo V di Porto Empedocle
La storia della Torre Carlo V affonda le radici nel Medioevo, quando al suo posto si trovava una più antica “Turris Maritima”, concessa nel 1360 da re Federico III d’Aragona a Federico III Chiaramonte, con privilegi legati al commercio dei generi alimentari. Nei secoli successivi la torre passò di mano a diversi castellani e famiglie nobili, come i Montaperto, e già nel 1500 si decise di effettuare lavori di restauro e rinforzo. Con l’avanzare del XVI secolo la minaccia delle incursioni turche si fece sempre più pressante: i pirati barbareschi, guidati dal celebre Dragut, devastavano le coste siciliane. Fu in questo scenario che l’imperatore Carlo V ordinò la costruzione di una nuova torre, completata nel 1554 per volere del viceré Giovanni De Vega. L’incarico fu affidato all’ingegnere militare Antonio Ferramolino, celebre per le sue opere difensive in Sicilia, a Malta e nel resto del Mediterraneo. La posizione sul mare e la solidità della struttura resero subito la torre un elemento fondamentale nella difesa della costa agrigentina. Nel corso dei secoli subì ulteriori restauri e miglioramenti, come quello voluto dall’ingegnere Tiburzio Spannocchi nel 1578. La Torre Carlo V di Porto Empedocle fu teatro anche di eventi locali, come il rifugio del giurato Giuseppe Ugo durante le rivolte del 1647, e nel 1648 venne ceduta al vescovo Traina insieme al caricatore. Nel Settecento era armata con diciannove cannoni e divenne fulcro della difesa costiera, prima di essere trasformata in carcere dal 1780. Oggi è di proprietà del Comune ed è stata recuperata come centro culturale e spazio per visite guidate, mantenendo viva la memoria della sua funzione strategica.
L’architettura della Torre Carlo V
Dal punto di vista architettonico, la Torre Carlo V di Porto Empedocle rappresenta uno degli esempi più imponenti di architettura difensiva rinascimentale in Sicilia. La pianta è quadrata e la struttura si sviluppa in forma tronco-piramidale, tipica dei bastioni del XVI secolo progettati per resistere alle artiglierie. Le mura, spesse fino a sei metri, conferiscono alla torre un aspetto possente e quasi inespugnabile. La terrazza superiore, un tempo utilizzata come cannoniera e punto di osservazione, dominava l’intero litorale agrigentino. L’ingresso originario era collegato da un ponte levatoio, mentre gli ambienti interni, disposti su due piani, presentano coperture a volta a botte e a crociera. Nella parte inferiore si trovavano ampi magazzini e una grande cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, elemento indispensabile per resistere durante eventuali assedi. Sulla facciata orientale è ancora visibile lo stemma di Carlo V con l’aquila bicipite imperiale e una lunga iscrizione latina che celebra la costruzione della torre e la vittoria contro i Turchi. Sotto di esso compare un secondo stemma con un levriero che sorregge uno scudo, simbolo di fierezza e lealtà militare. Tutti questi elementi rendono la Torre Carlo V di Porto Empedocle un’opera ricca di significati storici e simbolici. Oggi, restaurata e visitabile, rappresenta una tappa imperdibile per chi vuole conoscere la storia di Vigata-Porto Empedocle e il suo ruolo cruciale nella difesa delle coste siciliane.
© Riproduzione riservata
Informazioni aggiuntive
- Epoca: XVI secolo
- Ubicazione: Via Molo
- Proprietà: Comune di Porto Empedocle
- Condizioni: Buone