Abbazia di San Filippo di Agira

Il culto di San Filippo d’Agira, a cui vanno attribuiti la conversione del popolo pagano, miracoli e guarigioni, è diffuso in molte località della Sicilia. Secondo la tradizione, il santo taumaturgo fu inviato nell’antica Argirium dal Papa nel IV secolo d.C. per liberarla dai demoni che in quell’epoca la affliggevano. Filippo giunse in Sicilia in compagnia del fedele monaco Eusebio trovando riparo in una grotta fuori dall’abitato e in pochi giorni con la sua preghiera sconfisse gli spiriti maligni. Il centro abitato prese così il nome di San Filippo d’Argirò e in onore del santo fu pure costruito un monastero dove ancora oggi vengono celebrate le festività nei mesi di gennaio, maggio e agosto. Il 12 maggio è il giorno designato per la solennità principale di San Filippo. Ma nella cittadina dell’ennese vi è anche l’usanza di organizzare una festa estiva per consentire a tutti i devoti che si trovano lontano, di tornare a casa per rendere omaggio al proprio patrono.

Il Santuario di Agira

La Chiesa Reale Abbazia d’Agira a dispetto della sua facciata moderna ha origini molto antiche. Fu infatti innalzata tra il VII e l’VIII secolo d.C. sul sepolcro dello stesso San Filippo siriaco. La prima notizia che riguarda la chiesa di Agira risale però a qualche tempo dopo. Da alcuni documenti storici si apprende che nel XII secolo l’abbazia di Agira fu ricostruita ad opera del Gran Conte Ruggero I d’Altavilla che la affida ai benedettini rendendola suffraganea della prima istituzione di rito latino a Gerusalemme, la rinomata abbazia benedettina di Santa Maria Latina.

Chiesa Reale Abbazia d’Agira

Oggi la Chiesa Reale Abbazia d’Agira si presenta come un tempio maestoso con struttura ed interni settecenteschi, elementi architettonici d’epoca precedente e opere d’arte di pregio. Le sue tre navate sono divise da eleganti colonne di marmo, libeccio, verde e rosso e, quella centrale, è chiusa in alto da una volta a botte elegantemente decorata in stile impero. All’interno l’abbazia di San Filippo d’Agira è arricchita di quadri e tele preziose, tra cui un polittico del XV secolo con la raffigurazione della Madonna con il Bambino, San Benedetto e San Calogero, presente nella navata sinistra assieme a due tavole cinquecentesche raffiguranti la Natività e l’Adorazione dei Magi attribuite a un autore anonimo indicato come Maestro del Polittico di Castelbuono. Il coro ligneo finemente intagliato è opera dell’artista palermitano Nicolò Bagnasco. Sopra l’altare maggiore si può ammirare un antico crocifisso di fra’ Umile da Petralia. Nell’abbazia di Agira si trovano conservate la pregevole arca d’argento con le reliquie di San Filippo, realizzata nel Seicento dall’artista messinese Pietro Juvarra, e la statua del santo. Al pittore catanese Olivio Sozzi sono attribuite le tele della Madonna con il Bambino tra San Benedetto e San Basilio, di Sant’Agata in gloria, il Santissimo Crocifisso con la Vergine Addolorata e la Maddalena penitente e della Sacra Famiglia. Altri dipinti importanti, realizzati da Filippo Randazzo, si trovano nella sacrestia.
Il sepolcro di San Fulippuzzu, come viene chiamato dai fedeli, è nella cateva sotto la navata centrale. E’ qui che nel 1596 furono ritrovate le spoglie del santo insieme a quelle di San Eusebio, San Filippo diacono e San Luca Casali. La cripta rappresenta il simbolo per eccellenza del culto e della devozione a San Filippo ed è meta di frequenti pellegrinaggi. Al suo interno si trova una statua in marmo bianco attribuita alla scuola del Gagini e raffigurante il santo giacente, dinanzi alla quale gli agirini pregano per chiedere l’intercessione e lo ringraziano per aver ricevuto la grazia.

© Riproduzione riservata



Informazioni aggiuntive

Translate »
error: Contenuto Riservato.