Arroccato su una spettacolare rupe di arenaria, a poca distanza da Aidone e dal centro ottocentesco di Raddusa, sorge il suggestivo Castello di Gresti, conosciuto anche come Castello di Pietratagliata. Il suo elemento più imponente è un torrione quadrato alto circa 36 metri, scolpito nella roccia viva e perfettamente incastonato nel paesaggio che domina la Piana di Catania. Ai suoi piedi si apre una grotta che conserva una finestra ogivale con un’incisione latina del 1664 e una leggenda curiosa: chi riuscisse a leggerla in groppa a un cavallo al galoppo troverebbe un tesoro nascosto. Nonostante oggi il complesso non sia facilmente accessibile a causa del degrado strutturale, continua ad affascinare chi lo osserva da lontano per la sua forza visiva e il mistero che lo avvolge.
Storia e origini del Castello di Gresti
La storia di questo straordinario fortilizio affonda le radici in epoca araba, quando la rupe venne scelta per la sua posizione strategica. Successivamente rimaneggiato dai Normanni, il castello è menzionato per la prima volta nel 1374 come feudo di Fessinia o Pietratagliata, ma è probabile che le sue origini siano più antiche. Il nome “Pietratagliata” deriva proprio dalla gigantesca rupe quarzarenitica che sembra tagliare la valle come una lama divina. Nei secoli, il castello fu posseduto da illustri casate, tra cui Federico III d’Aragona, i Gioeni e il barone Ignazio La Lumia. La sua struttura ipogea e in parte scavata nella roccia lo rendeva un avamposto ideale per l’avvistamento e il controllo del territorio circostante, in una zona già abitata in epoca greco-romana.
Architettura e caratteristiche del fortilizio rupestre
L’accesso al castello avviene tramite un sentiero scavato nella pietra, che conduce a un portale e a una loggia affacciata su un burrone. Da qui si entra in un ampio ambiente ipogeo rettangolare con soffitto piano e tracce di scalpellatura, collegato in origine a diversi livelli superiori oggi in gran parte crollati. Al cuore del complesso svetta il torrione normanno a base quadrata, privo di ambienti interni, che scarica tutto il suo peso sul basamento roccioso grazie a un sapiente taglio del versante sud della rupe. Un tempo era possibile raggiungerne la sommità attraverso una scalinata elicoidale esterna, oggi perduta. Il torrione, con i suoi circa 36 metri d’altezza, dominava l’intera vallata ed era pensato come punto d’osservazione e segnalazione. La muratura, spessa e compatta, dimostra un’elevata perizia costruttiva, pensata per resistere agli assalti e agli agenti atmosferici. Il castello comprendeva anche un corpo edilizio a due piani addossato alla rupe, con ambienti voltati e connessi da scale interne, probabilmente utilizzati come residenza feudale, magazzini e alloggi per le guarnigioni. Ai piedi della rupe si trovano inoltre ambienti ipogei utilizzati per la conservazione dei viveri o come rifugi in caso d’assedio, a dimostrazione di una concezione architettonica integrata tra difesa, vita quotidiana e sfruttamento della roccia. L’intero complesso includeva anche una cappella familiare — oggi in rovina — e ambienti residenziali medievali e barocchi, ampliati nel XVII secolo e trasformati in masseria.
La scelta di incastonare l’intero complesso nella pietra viva non fu solo dettata da motivi difensivi, ma anche simbolici: il castello sembrava emergere dalla terra come una sentinella invincibile. I resti della cappella familiare, con il suo piccolo portale in pietra locale e la posizione panoramica mozzafiato, aggiungono un ulteriore livello di fascino al sito, testimoniando l’importanza spirituale e sociale del luogo per i suoi antichi abitanti.
Queste strutture subirono ingenti danni nel terremoto del 1693 e furono nuovamente colpite dal sisma del 1990, rendendo inaccessibili gran parte degli ambienti padronali. Nonostante ciò, il castello resta uno straordinario esempio di architettura rupestre militare, sospeso tra storia, natura e leggenda.
Riproduzione riservata
Informazioni aggiuntive
- Epoca: XIV secolo
- Ubicazione: Contrada Gresti
- Proprietà: Privata
- Condizioni: Rudere