Castello Barresi Branciforte – Militello in Val di Catania

Il Castello di Militello in Val di Catania, conosciuto come Castello Barresi-Branciforte, è una delle attrazioni storiche più rappresentative della zona: un luogo che unisce memoria, architettura e racconti senza tempo, custode di vicende che intrecciano potere feudale, tragedie passionali e splendori rinascimentali.

Storia del Castello Barresi-Branciforte di Militello in Val di Catania

Il Castello Barresi-Branciforte di Militello in Val di Catania è una delle testimonianze storiche più importanti della Sicilia medievale. Le sue origini risalgono al periodo normanno, quando divenne presidio strategico del territorio e simbolo del potere feudale. Tradizionalmente la costruzione viene attribuita ad Abbo Barresi, barone di Militello dal 1303, che ottenne dal re Pietro II d’Aragona il privilegio di fortificare l’abitato includendovi il castello. Con questa concessione, Militello fu riconosciuta come “terra” del Regno, dotata di autonomia fiscale e militare. Il castello divenne presto protagonista di avvenimenti storici di rilievo: nel 1357 ospitò una riunione del parlamento siciliano, mentre nel 1410 accolse la regina Bianca di Navarra durante la sua fuga dal Gran Giustiziere Cabrera. Ma la sua storia è segnata anche da eventi drammatici: nel 1473 fu teatro dell’uccisione di donna Aldonza Santapau, moglie del barone Antonio Piero Barresi, accusata ingiustamente di adulterio. La vicenda, che vide coinvolto anche il segretario Pietro Caruso detto “Bellopiede”, alimentò leggende popolari e ispirò opere letterarie come “La baronessa di Carini” e “Cavalleria Rusticana”. Con il passaggio del feudo ai Branciforte nel 1571, grazie al matrimonio di Caterina Barresi con Fabrizio Branciforte, il castello visse la sua epoca d’oro. Il principe Francesco Branciforte e la consorte Giovanna d’Austria trasformarono la fortezza in un elegante palazzo rinascimentale, arricchito da una biblioteca con oltre 10.000 volumi, una tipografia veneziana, scuderie, compagnie teatrali e la celebre fontana della Ninfa Zizza. Fu un vero e proprio centro di cultura e di potere, frequentato da poeti ed eruditi come Pietro Carrera. Dopo il terremoto del 1693, che ne compromise gravemente la struttura, il castello conobbe un lento declino, fino all’abbandono e alla divisione in abitazioni private nel corso del Novecento.

Architettura del Castello di Militello in Val di Catania

L’impianto originario del Castello di Militello in Val di Catania era quello di una tipica fortezza medievale: una pianta quadrangolare di circa 33 metri per lato, con ampia corte centrale, torri cilindriche merlate agli angoli e un mastio quadrangolare sul lato occidentale, sede della residenza baronale. Un fossato difensivo lo delimitava a ovest, mentre l’ingresso principale era dotato di ponte levatoio, argani e saracinesche. Nel corso dei secoli, soprattutto sotto i Branciforte, l’edificio fu arricchito con elementi architettonici e decorativi rinascimentali e barocchi: la galleria a sud destinata a funzioni rappresentative, l’artistico portale d’accesso del 1617 e le fontane monumentali che abbellivano la corte. Dopo i terremoti del 1542 e del 1693, furono realizzati importanti rimaneggiamenti che modificarono la struttura originaria. Agli inizi del Novecento il Castello Barresi-Branciforte di Militello in Val di Catania, ormai abbandonato da secoli, subì una trasformazione radicale. L’edificio fu infatti diviso e venduto a privati che, adattandolo a nuove esigenze abitative, lo modificarono profondamente con aggiunte incongrue e demolizioni. Questo processo di smembramento alterò l’unità architettonica della fortezza, cancellando gran parte del suo antico aspetto. Nonostante ciò, alcune parti dell’imponente costruzione sono riuscite a resistere al tempo e alle trasformazioni, costituendo oggi preziose testimonianze del passato.
Fra gli elementi ancora visibili spicca la Porta della Terra, che rappresentava l’ingresso principale alla corte sud del castello e che prende il nome dal quartiere Terra Vecchia di cui faceva parte. Accanto ad essa si trova la suggestiva Fontana della Ninfa Zizza, realizzata nel Seicento durante l’età d’oro dei Branciforte e considerata uno dei simboli più caratteristici di Militello. Altri resti significativi sono le due torri cilindriche con gli ambienti annessi, che permettono di immaginare la potenza difensiva originaria, e i grandi vani del trappeto per la molitura delle olive, a testimonianza delle attività produttive che si svolgevano all’interno del complesso. Particolarmente importante è anche l’estremità sud della cosiddetta “galleria”, dove un tempo era collocata la celebre biblioteca, orgoglio culturale della famiglia Branciforte.
Completano il quadro alcuni frammenti murari della cortina nord e, poco più a sud del castello, la Porta del Bastione, una delle porte secondarie delle antiche mura medievali della città. Questi resti, pur se frammentari, consentono ancora oggi di percepire l’antica imponenza del maniero e di leggere il rapporto tra il castello e il tessuto urbano circostante. Visitare ciò che resta del Castello di Militello in Val di Catania significa immergersi in un luogo in cui storia, memoria e architettura sopravvivono alle distruzioni del tempo, offrendo uno spaccato unico del patrimonio feudale e culturale siciliano.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: XIV secolo
  • Ubicazione: Largo Atrio del Castello
  • Proprietà: Privata
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