Arroccato su un costone di pietra arenaria, il borgo medievale di Motta Camastra domina la suggestiva vallata dell’Alcantara con le sue stradine ripide, le case addossate le une alle altre e i panorami che spaziano fino all’Etna. Nel cuore di questo scenario affascinante, oggi rimangono i resti dell’antico castello, un tempo centro nevralgico della vita militare e sociale del paese. Pur ridotto a pochi elementi architettonici, l’edificio conserva ancora il fascino di una struttura che per secoli fu simbolo di potere, difesa e prestigio. La fortezza, visibile già a distanza da Castiglione di Sicilia e Francavilla, era collocata in posizione strategica a controllo della via di comunicazione naturale rappresentata dalla Valle dell’Alcantara. Un luogo fortissimo, come lo definiva nel Cinquecento lo storico Tommaso Fazello, che descriveva Motta come un “piccolo castello in un luogo fortissimo, tra dirupate rupi cinte d’altissime balze”. Questa collocazione non era casuale: l’altura garantiva sicurezza, ma al tempo stesso permetteva un rapporto visivo diretto con i centri vicini e un controllo sui movimenti lungo l’asse viario naturale della valle.
La storia del Castello di Motta Camastra
Le origini del sito sono avvolte nel mistero e tra leggenda e storia si intrecciano ipotesi diverse. La tradizione racconta che già tra l’XI e il IX secolo a.C. vi fosse un insediamento punico, collegato al culto fenicio della dea Astarte: il termine “mot” indicava “rifugio”, mentre “Kamastari” era il nome della divinità, grande madre e sposa di Adon. Tuttavia, le prime attestazioni documentarie risalgono alla fine del XII secolo, quando la località è citata come casale. Nel 1161 attorno alla chiesetta della Madonna dell’Annunziata si formò un primo nucleo abitato, mentre nel 1272 il borgo venne ricordato come “Crimestre”. L’origine della vera e propria fortezza si colloca nel 1357, quando Motta Camastra entrò sotto il controllo dei Lancia di Messina e assunse il nome di Mocta Sancti Michaelis. In questo periodo si consolidò la struttura del castello, dotato di torri, ambienti di servizio e una terrazza merlata destinata a ospitare le sentinelle. Proprio da qui, in caso di pericolo, venivano lanciati segnali con il suono di campane o corni da caccia per avvertire la popolazione. La storia del borgo di Motta Camastra e del castello si intreccia con gli avvenimenti bellici che interessarono la Sicilia. Il 20 giugno 1719, durante la battaglia di Francavilla di Sicilia, le forze della Quadruplice Alleanza (Inghilterra, Francia, Austria e Paesi Bassi) si scontrarono per la conquista dell’isola, coinvolgendo anche le comunità della Valle dell’Alcantara. Da quel momento in poi, il castello perse gradualmente la sua funzione militare, venendo in parte inglobato in costruzioni più recenti, fino a ridursi allo stato di rudere che conosciamo oggi.
Architettura e resti del castello
Oggi del Castello di Motta Camastra rimangono soltanto pochi, ma significativi, frammenti architettonici. L’elemento meglio conservato è una porta ad arco a tutto sesto, realizzata in pietra lavica con chiave centrale, che testimonia la solidità costruttiva e lo stile dell’epoca medievale. Accanto, si intravede un tratto di paramento murario ad andamento curvilineo, inglobato però in edifici successivi che ne ostacolano la vista dal livello della strada. Sono inoltre visibili i ruderi di una torre, anch’essa incorporata in costruzioni moderne, ma che lascia intuire l’imponenza originaria della struttura. La fortezza, secondo le ricostruzioni storiche, era dotata di una terrazza merlata, sulla quale stazionava una sentinella pronta a dare l’allarme. Le merlature permettevano la difesa attiva in caso di assedio, mentre all’interno gli spazi erano organizzati in modo funzionale: oltre allo stanzone delle armi e delle provviste, vi erano cucine, cantine e granai, a conferma del ruolo del castello come centro autosufficiente e baluardo di resistenza. Nel grande salone al piano terra si custodivano le armi insieme alle armature necessarie alla difesa, mentre lo stesso ambiente fungeva da magazzino, cantina, granaio e cucina. L’impianto complessivo rispondeva pienamente alle caratteristiche delle fortificazioni medievali siciliane, pensate non solo per la difesa, ma anche come residenza nobiliare e luogo di rappresentanza. Interessante è anche il parallelismo con la Chiesa dell’Annunziata, che in epoca normanna fungeva a sua volta da struttura difensiva, dotata di campanile e di una terrazza merlata capace di accogliere i combattenti. Questo dimostra come a Motta Camastra gli edifici religiosi e civili rispondessero a una logica comune di protezione della comunità. Nonostante i secoli e le trasformazioni, i resti del castello continuano a raccontare una storia di difesa, potere e identità, che ancora oggi si riflette nel carattere del borgo, con le sue scalinate e i panorami mozzafiato che fanno rivivere l’atmosfera di un tempo.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XIV secolo
- Ubicazione: Via Vitt. Emanuele
- Condizioni: Pochi resti (arco d’ingresso e parte della torre)