Il Castello di Roccavaldina, noto anche come palazzetto baronale, sorge nel centro storico, in piazza del Popolo. Le sue origini affondano nel periodo normanno, come testimoniano alcune strutture architettoniche superstiti, tra cui il portone ogivale e l’ala nord-orientale, un tempo munita di ponte levatoio e torri merlate. Le prime notizie scritte sul castello risalgono al 1296 e fanno riferimento a Giovanni Rocca, cavaliere pisano. Ma è solo nel Cinquecento, con Andrea Valdina, che l’antica fortezza conosce una trasformazione significativa, diventando una residenza padronale pensata anche per la difesa contro le incursioni saracene, grazie a cunicoli, feritoie e strutture difensive. Successivamente, con Andrea II Valdina e poi con Pietro Valdina, il castello subisce ulteriori ampliamenti e migliorie che lo avvicinano sempre più al modello del palazzo nobiliare.
Evoluzione architettonica e splendore baronale
L’attuale architettura del Castello di Roccavaldina, frutto di trasformazioni avvenute nel XVI secolo, riflette perfettamente la sua duplice natura di fortezza militare e residenza aristocratica. Il lato sinistro dell’edificio era destinato a cellette carcerarie, mentre il lato destro ospitava la sala d’armi e gli alloggi per la guarnigione. Superato il cortile interno, un elegante loggiato con volte a crociera collega la struttura difensiva al retrostante palazzo baronale seicentesco, residenza della nobile famiglia Valdina. Quest’ala del castello, ispirata al gusto barocco, presenta elementi architettonici di grande pregio: le finestre richiamano il linguaggio michelangiolesco, i balconi massicci sono sorretti da raffinate mensole a volute, mentre le grandi aperture e l’armonia delle proporzioni conferiscono all’edificio un’impronta signorile, trasformando l’antica rocca in un’autentica espressione di prestigio e potere.
Degne di nota sono anche le merlature, insolite nella loro varietà: di tipo guelfo sul fronte principale e ghibellino sul lato nord-est. Nel corso del Settecento, il castello fu convertito in una villa nobiliare, impreziosita da dipinti e arredi d’epoca, oggi purtroppo perduti a causa della decadenza della famiglia Valdina. Nei secoli successivi, l’edificio fu anche adibito a carcere e passò in eredità alla famiglia Nastasi de Spucches, che ne ha preservato almeno in parte la memoria storica e architettonica.
Declino, restauri e nuova vita
Il terremoto del 1908 segna una svolta drammatica: l’ala sud-est del castello crolla e le successive opere di restauro, pur salvandolo dal completo abbandono, ne alterano in parte la struttura originaria. Solo nella seconda metà del Novecento, grazie all’intervento di Vittorio Nastasi, il castello ritrova parte del suo antico splendore con il recupero delle strutture centrali. Oggi il Castello di Roccavaldina domina ancora il paese da una posizione panoramica straordinaria: dalle sue finestre si scorgono la piana di Milazzo, il Golfo e, nelle giornate limpide, le Isole Eolie. Sebbene sia proprietà privata, il castello è oggi utilizzato per eventi, mostre, shooting fotografici, convegni e visite guidate, rimanendo un prezioso testimone della storia e dell’identità culturale del borgo.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XVI secolo
- Ubicazione: Piazza del Popolo
- Proprietà: Privata
- Condizioni: Buone