Castello di Saponara

Il Castello di Saponara, conosciuto come “’u casteddu”, sorge su una collina a oltre 300 metri di quota e domina dall’alto il borgo e la valle circostante. La sua posizione strategica lo rendeva un punto di osservazione privilegiato: dall’altura lo sguardo abbraccia i Monti Peloritani e il Golfo di Milazzo, garantendo un ampio controllo sulle vie di transito e sui borghi vicini. Sebbene oggi appaia come un rudere immerso nella vegetazione, il castello conserva un fascino unico: basta raggiungerne i resti per percepire l’importanza che ebbe nel Medioevo come presidio militare e come nucleo attorno a cui si sviluppò l’abitato di Saponara.

La storia del Castello di Saponara

Le origini del Castello di Saponara sono incerte, ma molto probabilmente risalgono al periodo bizantino. L’altura su cui fu costruito, naturalmente fortificata da pendii scoscesi, era ideale per prevenire e intercettare dall’alto eventuali incursioni degli invasori arabi. Più che proteggere direttamente il villaggio sottostante, il castello svolgeva quindi la funzione di torre di guardia, con un ruolo di controllo territoriale a largo raggio. Nei secoli successivi, con l’arrivo dei Normanni e la strutturazione feudale della Sicilia, il castello entrò a far parte dei possedimenti nobiliari della Val Demone. Dal 1353 al 1804 fu proprietà di alcune delle più potenti famiglie aristocratiche siciliane, che ne detennero i privilegi feudali e il controllo politico. Tuttavia, già a metà del Settecento, lo storico Vito Amico lo descriveva come “antico castello affetto da ruini” (1757), mentre decantava l’eleganza del Palazzo Baronale, dotato persino di fonti d’acqua perenni. Questo dettaglio lascia intendere che la fortificazione fosse già stata abbandonata come residenza dai nobili, mantenendo piuttosto un ruolo difensivo e militare. L’ultimo duca fu Giuseppe Alliata Moncada, che mantenne il titolo fino al 1825, anno in cui Saponara ottenne l’autonomia comunale insieme a Villafranca, dando vita all’attuale denominazione di Saponara-Villafranca. I terremoti del XVIII secolo e quello disastroso del 1908 ne segnarono definitivamente il declino, portandolo alle condizioni attuali di rudere.

L’architettura del Castello di Saponara

Dal punto di vista architettonico, il castello medievale di Saponara si inseriva perfettamente nel paesaggio naturale: la collina su cui sorge è naturalmente fortificata per gran parte del perimetro da pareti scoscese, che ne rendevano difficile l’accesso. L’intervento umano fu necessario soprattutto sul pianoro sommitale e sul versante occidentale, dove si sviluppava la cinta muraria in pietra a secco, lunga circa cento metri. La pianta del castello era irregolare, adattata alla morfologia del terreno, con una torre principale collegata agli edifici di servizio tramite una robusta cinta muraria. Oggi restano tracce di mura in pietra e laterizio, i ruderi di una torre e di un baluardo quadrangolare, oltre a qualche ambiente spianato e coperto dalla vegetazione. Dal punto più alto si apre un panorama che abbraccia la valle e arriva fino al mare, un tempo indispensabile per il controllo del territorio. Ai piedi della collina fortificata sono visibili anche i resti della chiesa di Sant’Antonio da Padova, che la tradizione locale identifica con l’antica chiesa dell’Ecce Homo e con un piccolo monastero francescano. Sebbene il castello non sia più accessibile all’interno, il suo fascino resiste: i ruderi del Castello di Saponara continuano a rappresentare l’elemento più antico e identitario del borgo, simbolo della sua origine medievale e della sua lunga storia.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: XIII secolo
  • Condizioni: Pochi ruderi
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