Ficodindia dell’Etna DOP

Tra le rocce e i terreni lavici dell’Etna cresce un frutto dalla polpa succosa e dal sapore intenso, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, nonché emblema distinguente il paesaggio siciliano. Il ficodindia infatti si trova un po’ in tutta l’isola, ma quelli che crescono in provincia di Catania, ad un’altitudine tra i 150 e i 750 metri sul livello del mare, hanno origini molto antiche e si fregiano addirittura del marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta). Lo storico inglese Denis Mack Smith, nella sua A History of Sicily. Medieval Sicily: 800-1713, ci riferisce che già alla fine del Seicento, per “frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna”, furono piantati di proposito gli Indian fig. (nome inglese del frutto), poiché “capaci di sopportare lunghe siccità e di propagarsi facilmente nelle spaccature delle rocce”. Ed in effetti nei terreni di origine vulcanica, nel versante sud-occidentale delle pendici dell’Etna, il ficodindia ha  trovato il suo habitat naturale, grazie anche al clima mediterraneo subtropicale, semiasciutto, all’umidità, alle notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte, alla provenienza dei venti e all’intensità dei raggi solari. Fattori che tutti assieme conferiscono al frutto caratteristiche di qualità, difficilmente riscontrabili in altre aree di produzione e pure nello stesso massiccio etneo.

Ficodindia dell’Etna DOP

Il Ficodindia dell’Etna Dop appartiene al genere opuntia, il più rappresentativo della famiglia delle cactaceae, ed è quello che cresce nel territorio dei comuni di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Camporotondo Etneo, Paternò, Ragalna e Santa Maria di Licodia. Le varietà interessate sono la “sanguigna” (polpa rossa), la “sulfarina” (polpa gialla) e la “muscaredda” (polpa bianca), mentre sono considerate varianti di pregio le selezioni “Trunzara” o “Pannittera”, delle cultivar bianca, rossa e gialla. Una seconda distinzione riguarda invece il periodo di maturazione, poiché quelli di “primo fiore” sono denominati “agostani” o “latini”, mentre i cosiddetti “scozzolati” sono i ficodindia della seconda fioritura. Infatti provengono dalla rifioritura della pianta alla quale appunto viene praticata la “scozzonatura”, ovvero l’eliminazione dei fiori e dei cladodi (pale) emessi in primavera, al fine di aumentare il numero, la qualità e le dimensioni dei nuovi frutti.
Il ficodindia dell’Etna Dop è profumato, ha un sapore intenso, contiene molti semi ed è ricco di sali minerali e di vitamine. Possiede inoltre una elevata quantità di vitamina C ed è un ottimo antiossidante, per via della betamina e dell’indicaxantina che contiene, che ritardano l’invecchiamento delle cellule. Ha infine proprietà diuretiche, antinfiammatorie, emollienti ed astringenti. Di solito è consumato fresco, come frutto da tavola, ma spesso viene utilizzato nella preparazione di gelati, creme, marmellate, confetture, rosolii e liquori. Molto apprezzata è anche la mostarda di fichidindia.

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Raccolta Ficodindia dell’Etna

Il Ficodindia dell’Etna inizia a fiorire in estate e la raccolta avviene manualmente e si protrae per diverse settimane. Per recidere il frutto si utilizza un coltello a lama ricurva, tagliente e sprovvisto di punta. Negli ultimi anni però, per la raccolta agevolata del ficodindia, è stato realizzato uno strumento ad azionamento pneumatico, composto da una lama e da una gabbia, che imprigiona il frutto da raccogliere. Una volta raccolti e selezionati in base alla dimensione, i frutti sono immessi al consumo despinati.

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Informazioni aggiuntive:

  • Territorio:
    Provincia di Catania
    : Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Camporotondo, Paternò, Ragalna e Santa Maria di Licodia
  • ProduzioneDalla seconda decade di Agosto fino a Dicembre
  • Riconoscimenti: Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.)
  • Sagra: Belpasso (CT) – Ottobre
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