Templi di Selinunte – Castelvetrano

Il Parco Archeologico di Selinunte è uno dei complessi templari più grandiosi e affascinanti non solo della Sicilia, ma di tutto il mondo greco antico. Adagiata su un promontorio della costa sud-occidentale, nel territorio di Castelvetrano, l’antica polis di Selinunte custodisce le rovine di un paesaggio sacro unico, disseminato di templi dedicati alle principali divinità dell’Olimpo. Le strutture monumentali del Parco archeologico di Selinunte si distribuiscono in diverse aree: l’Acropoli, protesa verso il mare, la collina orientale, leggermente più interna, e la zona della Gaggera, che ospita il celebre santuario della Malophoros.
I templi selinuntini furono edificati in stile dorico, ma con una varietà di soluzioni architettoniche che riflettono l’evoluzione dal periodo arcaico a quello classico, mostrando tanto la solennità delle prime costruzioni quanto l’armonia matura delle opere più tarde. Complessivamente, Selinunte conta almeno undici templi monumentali: sei sull’Acropoli (tra cui i templi O, A, B, R, C e D), tre sulla Collina Orientale (E, F e G) e altri nella zona della Gaggera, come il Tempio M e il santuario della Malophoros, senza dimenticare il Tempio Y e varie strutture minori. Insieme, queste testimonianze formano uno dei più vasti parchi archeologici del Mediterraneo, dove ancora oggi le pietre raccontano il dialogo millenario tra fede, arte e potere.

I Templi di Selinunte

Tra i più antichi della città, il Tempio C sorse attorno al VI secolo a.C. ed è tradizionalmente attribuito al culto di Apollo. La sua architettura, imponente e solenne, dominava l’Acropoli. Il cuore del tempio era un ampio spazio sacro che custodiva un altare e, nella parte più riservata, un adyton, luogo inaccessibile ai profani, dove il divino si faceva presenza silenziosa. L’accesso era preceduto da un pronao monumentale, chiuso da porte bronzee che scintillavano alla luce del sole.
Tutto l’edificio era circondato da una selva di colonne doriche che, al mattino, proiettavano lunghe ombre sulla pietra chiara, mentre il fronte orientale era enfatizzato da un ampio portico. Le decorazioni scolpite – metope e triglifi – erano animate da figure mitiche e guerrieri, mentre il frontone mostrava la terribile immagine della Gorgone, a protezione del tempio e della città.
Il Tempio B, piccolo ma di straordinaria eleganza, rappresenta uno dei gioielli dell’architettura sacra ellenistica in Sicilia. Sorge accanto al maestoso Tempio C, quasi come un giovane erede al fianco del venerabile Apollo, e si distingue per le sue proporzioni raccolte e raffinate. Il suo pronao con quattro colonne ioniche, sorrette da una trabeazione dorica, introduceva a una cella che ancora conserva il basamento della statua di culto. Le pareti erano rivestite da uno spesso strato di stucco, vivacizzato da colori brillanti, tracce preziose di un’antica policromia che rendeva l’edificio vibrante di luce e vita.
Davanti al tempio si trovava un altare quadrato, segno del suo uso rituale. Conosciuto anche come “Tempio di Empedocle”, fu così chiamato nell’Ottocento, quando lo studioso Hittorf lo identificò come una dedica al filosofo agrigentino che, secondo la tradizione, avrebbe liberato Selinunte dalle epidemie purificando le acque stagnanti dei suoi fiumi. Oggi, tra le rovine silenziose, il Tempio B appare come un piccolo scrigno di armonia e memoria, testimonianza della spiritualità e della gratitudine dei Selinuntini.
Il Megaron di Selinunte, situato nel cuore del temenos principale, a pochi passi dal maestoso Tempio C, è uno dei più antichi edifici sacri della città. Costruito attorno al 580 a.C., si presenta come un sacello rettangolare dalle forme semplici ma solenni, con muri pieni innalzati su uno zoccolo di conci bugnati. L’ingresso orientale immetteva in una lunga cella, al cui centro si trovavano le basi di due colonne lignee che un tempo sostenevano il tetto. Da qui si accedeva ad un adyton, lo spazio più segreto e riservato del culto, cui in epoca successiva fu aggiunto un ambiente ulteriore, riutilizzato in età punica come deposito per le armi da guerra.
Il Tempio R è la più antica voce di pietra di Selinunte, il primo edificio sacro della città e uno dei primissimi esempi di architettura monumentale greca in tutta l’Europa occidentale. Costruito agli inizi del VI secolo a.C., sorge nel settore meridionale del Megaron, a sud del venerabile Tempio C, con cui condivide lo stesso orientamento verso il sole nascente.
Non era circondato da colonne come i templi peripteri più tardi, ma custodiva al suo interno una struttura solenne: un profondo pronao, una cella e una terza camera separata, accessibile da sud. Le colonne del pronao, forse accompagnate da un sostegno interno nella cella, reggevano il tetto, creando giochi di luce e ombra che rendevano lo spazio sacro imponente nonostante la semplicità delle forme.
Il Tempio D, sorto pochi decenni dopo il Tempio C, segna una fase di maturazione architettonica per Selinunte. Le sue forme, più armoniose e ordinate, parlano di un gusto che si fa via via più raffinato. Qui, a differenza del Tempio C, l’ingresso non è chiuso, ma si apre verso l’esterno con colonne che accompagnano lo sguardo dei visitatori dentro lo spazio sacro. Non si conosce con certezza a quale divinità fosse consacrato: alcuni lo attribuiscono a Zeus Agoreo, altri ad Afrodite.
Più raccolti, ma di grande eleganza, sono i Templi A e O, progettati come due gemelli perfettamente identici, attribuiti secondo molti studiosi ai Dioscuri, Castore e Polluce. Le loro strutture, regolari e simmetriche, riflettono un senso di ordine e perfezione che segna l’ingresso di Selinunte in una fase più consapevole della propria architettura. I colonnati dorici si dispongono con ritmo equilibrato, e l’impianto classico con pronao, naos e opistodomo racconta di una città che guarda ormai con decisione ai modelli più alti del mondo greco.
Qui si osserva un maggior grado di regolarità e simmetria rispetto ai templi più antichi, segno di maturità architettonica nell’area selinuntina.

Sulla collina orientale sorgono tre templi di grande rilievo: G, F e E.
Il Tempio G domina la collina con le colonne, eleganti e slanciate che sostenevano un fregio armonioso di triglifi e metope, sul quale si raccontavano miti e leggende con la potenza della scultura greca. Al suo interno, l’adyton custodiva la statua di culto della dea Era, la regina degli dèi, cui il tempio era dedicato. La sua cella, suddivisa in tre navate da file di colonne, parlava di una sperimentazione architettonica ardita, che cercava nuove forme per rendere più imponente lo spazio del sacro. Di fatto, era pensato per accogliere massicce assemblee e processioni, con un pronaos chiuso da una porta su cui si apriva un atrio prostilo. Ma il tempio non fu mai portato a termine: rimase sospeso tra il sogno e la realtà, tra le proporzioni smisurate di un progetto che guardava al futuro e i dettagli ancora legati all’arte arcaica.
Più raccolto ma non meno affascinante, il Tempio F è un edificio che mescola elementi arcaici e classici, riflettendo un periodo di transizione dell’architettura dorica. La sua pianta allungata e la forma a ferro di cavallo del recinto sacro lo rendono unico nel panorama selinuntino. Il pronao, un tempo chiuso da splendide porte di bronzo, introduceva in un ambiente che custodiva riti e misteri. Una particolarità lo distingue da tutti gli altri: le intercapedini tra le colonne della peristasi erano state chiuse da lastre sottili di pietra, trasformando il portico in uno spazio intimo e protetto, forse destinato a cerimonie riservate. Alcuni studiosi vi hanno riconosciuto un luogo consacrato ad Atena, la dea della saggezza e della guerra giusta: e in effetti, nell’eleganza severa di queste rovine si percepisce l’aura di una divinità che protegge e guida.
Tra i templi di Selinunte, il Tempio E è forse quello che meglio incarna l’ideale della perfezione classica. Costruito nel V secolo a.C., appare come un’architettura limpida e misurata, dove ogni proporzione trova il suo equilibrio naturale. Le colonne, eleganti e slanciate, sostenevano un fregio armonioso di triglifi e metope, che raccontavano miti e leggende con la potenza della scultura greca. Al suo interno, l’adyton custodiva la statua di culto della dea Era, la regina degli dèi, cui il tempio era dedicato. Qui, più che altrove, la pietra sembra farsi musica: ogni linea e ogni spazio evocano un senso di ordine, bellezza e sacralità che ancora oggi, tra le rovine, trasmette un’impressione di eternità.
Il Tempio Y è come un enigma lasciato dalla storia, un monumento arcaico di cui restano soltanto frammenti sparsi, ricomposti con pazienza dagli archeologi. I suoi blocchi di ordine dorico, riutilizzati nelle fortificazioni della collina di Manuzza, raccontano di un edificio che fu il primo vero periptero di Selinunte, costruito intorno al 570 a.C. Non conosciamo con certezza la sua posizione originaria, ma probabilmente sorgeva tra i quartieri arcaici della stessa collina, cuore pulsante della città nascente.

Ad ovest dell’Acropoli, in contrada Gaggera, si trovano i resti del Santuario della Malophoros, dedicato probabilmente a Demetra, dea della fertilità. Vi si accedeva attraverso un propileo coperto, che conduceva a un’area sacra con altari, un pozzo e il piccolo tempio della dea. Questo, di forma arcaica a megaron, era privo di colonne ma venne ampliato nel tempo, fondendo elementi dorici, ionici e punici. Oggi le sue rovine evocano un luogo in cui culto, natura e vita quotidiana si intrecciavano profondamente. Il Tempio M sorgeva a pochi passi dalla sorgente della Gaggera, la stessa che alimentava il vicino santuario di Demetra Malophoros. Costruito agli inizi del VI secolo a.C., aveva la forma di un antico megaron bipartito, con pronao e cella preceduti da una gradinata e da un’area lastricata che accoglieva i fedeli. Della sua originaria imponenza resta poco: solo i blocchi di base e parte della parete orientale, un tempo alta otto metri, oggi silenziosamente adagiata al suolo.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: V-IV secolo a.C.
  • Ubicazione: S.P. Tre Fontane
  • Proprietà: Regione Siciliana
  • InformazioniTel. (+39) 0924 46277
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