
Nel pittoresco borgo rupestre di Sperlinga, incastonato tra i monti dell’Ennese, ogni anno si rinnova uno degli appuntamenti più sentiti dalla comunità: la Festa della Madonna della Mercede. Un intreccio di fede, tradizione e partecipazione popolare che trasforma il piccolo paese in un luogo di intensa spiritualità e condivisione.
La Festa della Madonna della Mercede di Sperlinga
La quarta domenica di settembre, Sperlinga si raccoglie con profonda devozione per celebrare la Festa della Madonna della Mercede, una tradizione antica che unisce fede, storia e comunità. Il culto è legato alla chiesa omonima, situata nella piazza ai piedi del maestoso castello rupestre, simbolo del borgo. Nonostante la semplicità della struttura – una piccola aula unica – il luogo custodisce l’antica “Madonna delle Grazie” e la più recente Madonna della Mercede, posta sull’altare maggiore, vero cuore spirituale della festa.
I preparativi iniziano fin dalla prima domenica di settembre con la “cèrchia”, una raccolta porta a porta dei contributi per sostenere l’organizzazione dell’evento. Il clima di attesa si fa vivo il venerdì sera, quando ha luogo la suggestiva uscita del simulacro: la statua della Madonna, realizzata da uno scultore palermitano nella metà dell’Ottocento, viene portata in processione dalla sua chiesa fino alla Chiesa Madre, tra le luci dell’illuminazione artistica e la partecipazione calorosa della popolazione.
Il momento culminante arriva la domenica pomeriggio, con la solenne processione che attraversa le vie di Sperlinga. Ad accompagnare la statua, oltre alla confraternita della Madonna della Mercede, ci sono centinaia di fedeli che scandiscono a gran voce il tradizionale grido: “Evviva a Madonna da marcè, evviva!” Dopo la celebrazione della Messa solenne nella Chiesa Madre, la processione fa ritorno alla chiesa d’origine, con “a chianada”, la salita finale che rappresenta l’ultimo atto di un percorso carico di emozione e spiritualità.
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