
La comunità di Rometta è profondamente legata al suo Santo Protettore, San Leone Vescovo, al quale dedica due appuntamenti solenni che scandiscono l’anno liturgico e rafforzano l’identità del borgo. Ogni 20 febbraio si svolge la grande processione per le vie del centro storico, mentre la prima domenica di maggio è il momento del tradizionale pellegrinaggio verso la chiesa campestre immersa nei boschi, a lui dedicata. Due celebrazioni che uniscono fede, tradizione e storia, tramandate da secoli con immutata devozione.
La Festa di San Leone Vescovo a Rometta
Il 20 febbraio Rometta si veste a festa per onorare il suo Santo Patrono. Nel pomeriggio la statua di San Leone Vescovo attraversa le vie del centro, accompagnata dal canto dei fedeli e preceduta da una reliquia preziosa: un lembo del piviale del santo, custodito all’interno di un reliquiario in lamina d’argento del 1749, proveniente dall’antica Abbazia di San Leone. La processione segue il tradizionale percorso del borgo e si conclude con la Santa Messa solenne, momento di grande partecipazione che rinnova ogni anno la fede dei romettesi.
San Leone nacque a Ravenna nel 709. Entrato giovane tra i monaci benedettini, fu eletto Vescovo di Catania attorno al 765, riconosciuto già in vita come uomo di santità. La tradizione racconta che non volesse accettare l’incarico, ma le insistenze del popolo lo convinsero a diventare il quindicesimo vescovo della città etnea. Leone fu un pastore fermo e coraggioso: si oppose con decisione alle leggi iconoclaste emanate dall’impero bizantino e per questo subì persecuzioni, fino a essere costretto a lasciare Catania.
Rifugiatosi tra i boschi di Rometta, visse per un periodo come eremita in una grotta di forma ogivale scavata nella roccia. La tradizione popolare racconta che raccogliesse legna per i contadini del luogo, i quali, in segno di gratitudine, gli lasciavano pane, formaggi e legumi. In quegli anni Leone si distinse per i numerosi miracoli che gli valsero l’appellativo di Taumaturgo. Morì a Catania il 20 febbraio del 785 e, secondo la leggenda, già dal suo sepolcro sgorgò un olio miracoloso capace di guarire ogni male. Anche a Rometta la grotta dove visse divenne luogo di prodigi, grazie a una fonte d’acqua purissima che iniziò a scaturire e che ancora oggi è legata alla sua memoria.
Il pellegrinaggio di maggio
Non meno sentita è la celebrazione della prima domenica di maggio, che affonda le radici in un evento miracoloso: secondo la tradizione, fu grazie all’intercessione di San Leone che cessò una lunga siccità, restituendo fertilità ai campi e prosperità agli abitanti. Da allora, ogni anno, il popolo di Rometta si raccoglie per il pellegrinaggio che conduce il quadro raffigurante San Leone dalla Chiesa Madre fino alla Grangia di San Leone, situata in un suggestivo bosco.
Il cammino è scandito da momenti di preghiera e sosta, tra cui quella nella borgata di Gimello, dove si celebra la messa. L’arrivo alla Grangia rappresenta il culmine di un percorso che è insieme atto di fede e momento comunitario, durante il quale la memoria del santo si rinnova e si trasmette alle nuove generazioni.
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